Enfleurance…

Il nome non è che un gioco di parole, almeno, il termine di per sé non ha un vero significato, da potersi rintracciare in un qualsivoglia dizionario.

Non è che un richiamo ad un mondo caleidoscopico, ricco di infiorescenze in eterno movimento.

Un’esplosione di colori, forme e profumi. A riempire il cuore, gli occhi e la mente.

L’idea, nella sua forma originale, nasce molti anni fa, nel parco Olimpico di Monaco, in una gita fatta da uno squilibrato gruppo di idealisti prima ancora che studenti.

La vista di quell’architettura geometrica, per noi così nuova in quei lontani anni ‘80, costituita da tensostrutture e pannelli trasparenti che tracciavano padiglioni, gradinate, vasche e piste, senza mai limitarne la vista, in una sequenza di interni ed esterni senza soluzione di continuità, ci proiettava in un sogno fantastico, trasformandoci in progettisti del fantastico e costruttori di una imponente cupola scintillante.

Un’enorme tensostruttura composita, governata da un grande calcolatore e costituita da elementi in parte fissi e in parte mobili, capaci nei loro movimenti di realizzare spazi e forme variabili e conformi all’uso

che se ne voleva di volta in volta fare.  Potevano dunque divenire piazza con grandi spazi separati da pannelli trasparenti e allestiti con mostre a vario titolo, simposi, mercati, allestimenti scenici e quanto di meglio la fantasia sapeva donare.

Un luogo della cultura per la cultura. Capace di ospitare rassegne, esposizioni e rappresentazioni

in un fiorire di spazi e idee a confronto.

Tanti anni sono passati da allora e nei fiumi della creatività grandi architetti si sono ampiamente sbizzarriti realizzando meraviglie ben al di là delle più rosee aspettative.

Ma il desiderio di veder realizzato il sogno è rimasto intatto nel corso degli anni ed ora, con la grande opportunità fornita dai siti web, può essere in parte realizzato attraverso la costruzione di una piazza virtuale.

Enfleurance vuol essere questo. Un luogo ad “assetto variabile” dove ospitare idee, associazioni, gruppi culturali, rassegne e prodotti della cultura e del costume.

Gli otto “Luoghi della piazza” sono a schema libero. Contenitori con un’indicazione di massima, non specialistica. Proprio come avverrebbe in una piazza vera, dove un angolo potrebbe ospitare oggi dei pannelli per una mostra fotografica e domani, perché no, una mostra di pittura itinerante, una rassegna o un semplice capannello preso a conversare su un qualche tema di attualità.

Elemento aggregante, essenziale, è la costruzione di un ambito dove la cultura non vuole essere solo uno sterile esercizio ma strumento di divulgazione della conoscenza, operante nel sociale.

Precisa scelta di campo nell’eterna questione della cultura al servizio dell’umano vivere anziché richiusa e avvitata su sé stessa.

Enfleurance nasce ora e quindi non è che “un sito in costruzione”, non strutturato, lo diventerà

un po’ per volta, sempre più, crescendo attraverso il contributo sicuramente dei “Cünta Sú”, che ne sono gli ideatori, ma anche attraverso il contributo di voi tutti.