[Di Claudia Garofalo]

                                          [Disegno di Enrica Fraternale]

Storia o meglio fiaba di una DAD

Immaginate un bambino, uno splendido bambino di 8 anni, incapace di vedere, di parlare, di muoversi come tutti gli altri bambini: immaginate un bimbo paralizzato dalla testa ai piedi, fermo su una sedia a rotelle con un gravissimo ritardo psicomotorio che ha bisogno di continuo contatto con chi gli è vicino perché unico modo con cui può esprimere la sua gioia o il suo malessere.

Ecco, quel bambino è Emanuel, mio figlio.

Emanuel è curioso, allegro, sempre pronto a giocare e far scorpacciate di coccole, è sempre sorridente e adora la musica e tutto ciò che è “manuale”, anche se non è in grado di muovere le sue manine liberamente lui si lascia prendere e guidare, dovreste vedere che bei lavoretti che fa! Disegni fatti con macchie di mille e più colori, statuine di pongo che beh, diciamo sono un po’ come le nuvole, ognuno ci vede quello che vuole ma ciò che più conta è che in tutto quello che fa ci mette la sua straordinaria allegria e voglia di vivere.

La nostra giornata si svolge così, tra le sue musiche del cuore, la terapia e quei colori che non può vedere ma che tanto ama.

Immaginate ora la mia faccia quando a settembre mi contatta la sua scuola dicendomi che, a causa del covid, Emanuel avrebbe avuto la DAD.

“LA DAD? Questi sono impazziti.” Pensavo tra me e me cercando il modo per mandare a quel paese il più educatamente possibile il maestro che da lì a poco si sarebbe presentato.

“Come possono anche lontanamente immaginare di prendere Emanuel, parcheggiarlo davanti al PC e costringerlo ad ascoltare le tiritere di un perfetto sconosciuto? Tanto vale che lo piazzo davanti alla TV… cosa che odia… non è possibile! Lui ha bisogno di essere stimolato attraverso il contatto, ha bisogno di conoscere il suo interlocutore, di fidarsi, non possono pretendere che lo metta lì ad ascoltare uno che magari fa il conto alla rovescia affinché passi l’ora e che parla parla senza preoccuparsi se il piccolo lo ascolti o meno! E poi come possono pensare che la soglia d’attenzione di Emanuel regga ad una tale rottura di balle!” Ero avvelenata, tutti i vari racconti sulla dad dei miei amici poi non mi incoraggiavano anzi, ero sempre più nervosa all’idea di conoscere questo fantomatico maestro… maestro che… sì… è diventato il miglior amico di Emanuel e che aspetta ogni volta col sorriso sulle labbra.

Eh già, mi sbagliavo e quanto mi sbagliavo!

Il maestro Pasquale è il maestro che tutti i bambini vorrebbero, quello che si vede solo nei film o nelle serie TV. Simpatico, gentile, dal tono di voce calmo e sereno che mai mette in soggezione, che mai crea quello scalino, quel distacco tra alunno e insegnante ma cosa ancora più importante, come Emanuel sorride sempre e credetemi sembra niente ma è davvero importante.

Era un pomeriggio come tanti quando il cellulare ha squillato, una notifica di mail, una mail per… Emanuel!

Prendo il cellulare e inizio a leggere ad alta voce, era uno strano elfo di nome Quisquik che da quel giorno, ogni giorno, lo avrebbe preso per mano e accompagnato in fantastiche avventure! Emanuel era infatti “l’eletto”, colui che avrrebbe salvato l’emisfero magico affrontando ogni volta intrighi, enigmi e sfide tutte da vivere con quel pizzico di meraviglia che solo i bambini (o chi è rimasto bambino nel cuore) sanno provare.

Ogni volta Quisquik chiede di preparare materiali diversi, i più disparati, possono essere un peluche, una ciotola con acqua, pongo, carta, farina… ogni volta manda un codice diverso, noi apriamo zoom e viaaa! Quell’elfo burlone prende per mano Emanuel e lo trasporta ogni volta in una fiaba diversa, in un’avventura dove lui è sempre il protagonista, un’avventura che non si limita al solo ascolto, no, è un immersione totale, un’esperienza sensoriale che viene vissuta in ogni sua sfaccettatura! Il maestro inizia a leggere, Emanuel spalanca gli occhioni e pieno di entusiasmo inizia ad ascoltare e… a vivere! E così la ciotola d’acqua diventa il lago dalle acque cristalline dove Emanuel lava le sue mani, il peluche diventa un animale leggendario con il pelo morbido da accarezzare, la farina diventa soffice neve e tutto, ma proprio tutto, si tinge di magia, accompagnato da musiche sempre diverse, ma che sempre suscitano in Emanuel stupore e meraviglia perché non si limita ad ascoltare quelle fantastiche storie, le vive! Vive con entusiasmo e gioia ogni singolo racconto e ogni volta è sempre più coinvolto e felice.

“Ma cos’è quest’odore? Qualcuno sicuramente ha acceso un fuoco! Andiamo a vedere!” Ed ecco che la candela precedentemente accesa viene spenta lasciandoci sognare grazie al suo odore quel falò accesso da chissà chi e chissá dove. Durante i racconti il piccolo eroe interagisce con i suoi compagni di classe che a volte diventano anch’essi personaggi incantati dell’emisfero magico e altre volte lo rendono partecipe dei loro giochi, della loro vita anche se a distanza.

Il maestro ogni volta inizia a leggere, Emanuel inizia ad ascoltare, il suo volto si rilassa, inizia a sognare ed io resto ogni volta incantata ad osservare quel quadro meraviglioso.

Ogni bambino merita un maestro Pasquale, ogni bambino dovrebbe vivere la dad con lo stesso divertimento e la stessa allegria che ogni volta rende sempre più difficile spiegare che “è finita”, che si torna alla realtà in attesa del prossimo racconto.

Qualcuno pensa che questa non sia dad, che la dad debba essere solamente studio, un “io parlo e tu ascolti”, un po’ come sui banchi di scuola, ma i bambini costretti a casa non è di un’ulteriore costrizione che hanno bisogno, i bambini come mio figlio non hanno bisogno di un telecronista sportivo dall’altra parte dello schermo.

Certe persone pensano che il segreto di un buon insegnante stia tutto nell’abbassarsi al livello dei bambini ma non è così, anzi, tutto il contrario! Bisogna invece sapersi INNALZARE al loro livello, saper scoprire il potenziale di ogni singolo alunno e sfruttarlo appieno, creare un’atmosfera serena, felice, priva di tensione e costrizione, saper interagire con pazienza e comprensione e perché no, anche essere disposti, con umiltà, ad imparare, perché ogni bambino è in sé un piccolo grande maestro di vita e forse è proprio questo il segreto del nostro maestro: essere oggi l’adulto di cui ieri, da bambini, avremmo avuto bisogno… o forse… forse no, forse è davvero un abitante dell’emisfero magico… sì, credo proprio di sì perché un maestro così, nella mia vita io non l’ho mai incontrato!

(L’illustrazione è di Enrica Fraternale fatta fare dal maestro per la prima fiaba di Emanuel, quando ha conosciuto Quisquik; ad ogni fiaba ne manda una diversa così che a fine anno Emanuel abbia una sorta di libro illustrato con le sue avventure).