Il logo dei Cünta SúSul tema del linguaggio, Nell’ambito del progetto “Il giardino delle idee”, il Gruppo Culturale I Cünta Sú presenta un seminario sul corpo e la maschera. Un viaggio nel mondo delle maschere, alla riscoperta del linguaggio del proprio corpo e le sue interazioni con la maschera.

 

Il corpo nella maschera

Locandina Il Corpo nella maschera

[Locandina Il Corpo nella maschera – presso la Pieve]

Un seminario a cura del Gruppo Culturale I Cünta Sú sulle maschere, il loro uso, i metodi costruttivi e l’uso del corpo nelle rappresentazioni teatrali. Il Gruppo Culturale avvierà il seminario con una breve performance eseguita con la maschera neutra.

Scopo, oltre ad introdurre l’evento con una modalità tipica dei Cünta Sú, è quello di avviare l’attenzione sugli argomenti trattati individuando da subito gli elementi primari ovvero la maschera e il corpo. L’evento sarà suddiviso in quattro parti espositive:

  • Breve trattazione sulle maschere: tipologia, richiami storici, uso.
  • Metodo costruttivo di una maschera facciale mediante calco.
  • Uso del corpo e suo legame con la maschera; Caratterizzazione e movimento.
  • Dinamizzazione con la partecipazione attiva dei presenti.

Il tema centrale della giornata non è focalizzato solo sulla maschera ma sulla profonda dialettica tra la maschera e il corpo che la indossa.

Maschere MachuPichu

   [Foto E. Miramondi – Maschere MachuPichu]

Non di meno non è possibile avviare una trattazione come questa senza prima non averne inquadrato il tema in un percorso storico culturale che sappia descrivere tutti quegli aspetti che ne accomunano l’uso, nonostante le diversità storiche, geografiche e culturali che rendono l’oggetto indossato, la maschera, cosa estremamente viva.

Scriveva Donato Sartori:

“Parlare della maschera secondo me è molto difficile perché è un elemento, una struttura, uno strumento di comunicazione che appartiene un po’ a tutte le culture del mondo da sempre. La maschera è nata con l’uomo.“

In un breve viaggio temporale andremo alla scoperta dell’oggetto maschera; Dall’incerta etimologia del termine, risaliremo all’uso delle maschere nelle civiltà primitive, passando dalla Grecia e dalla Roma antica giungendo alla Commedia dell’Arte e proseguendo via, via fino all’invenzione della maschera neutra nel teatro.

  • Metodo costruttivo di una maschera facciale mediante calco

Racconteremo dei molteplici metodi costruttivi delle maschere con l’impiego di materiali diversi a seconda dei luoghi, dell’uso e del periodo storico.

Avvieremo insieme ai partecipanti all’evento la costruzione di una “maschera neutra” impiegando il metodo del calco facciale con strati di garza e carta pesta.

  • Uso del corpo e suo legame con la maschera; Caratterizzazione e movimento

Sicuramente le fattezze di una maschera, la sua espressione, ne indirizzano la soggettività caratterizzandola. Ma una maschera, per esercitare la sua funzione, ha la necessità di relazionarsi con l’ambiente circostante diventandone parte.

E’ sicuramente il movimento dell’attore che rende viva l’azione della maschera ed è sicuramente il suo portamento scenico unito alla precisione dei movimenti a dotare la maschera del suo linguaggio e con esso interagire con l’ambiente circostante.

In altre parole la maschera è il soggetto inanimato ma conosciuto con la sua storia, le sue tradizioni, i suoi usi e costumi.

Foto Teatro del Drago

 [Rappresentazione teatrale live]

Il corpo dell’attore entra nella maschera diventando immediatamente estensione di essa, senza soluzione di continuità e i suoi movimenti saranno congruenti al personaggio che ha reso animato, vivo.

E sarà ben quel personaggio che, recitando, trasmetterà il suo pensiero, le sue azioni al pubblico circostante e agli altri attori.

Per un attore che impiega come strumento il proprio corpo una simile pratica lo aiuta enormemente nella conoscenza e nella consapevolezza di quanto può chiedere a se stesso e al suo corpo.

Ecco che nasce l’uso della maschera neutra, senza espressioni particolari, dove la maschera può essere tutto o nessuno e il corpo che vi entra non diventa espressione della maschera ma sono i movimenti a dare definizione alla maschera, a definirne le fattezze e a darle un ruolo.

Dunque, nella crescita professionale dell’attore la maschera è uno strumento potente in quanto, eliminando la fisiognomica, per poter interagire, deve sopperire attraverso un uso consapevole del corpo e della voce.

Deve imparare a conversare con l’ambiente circostante attraverso il movimento, superando le difficoltà sia soggettive legate ai limiti del suo corpo, sia quelle oggettive nella risposta all’ambiente che lo circonda.

Un lavoro eseguito impiegando la maschera come strumento formativo sull’uso del corpo e della gestualità.

Ma tutto questo non è solo ad appannaggio degli attori. Imparare a slegare i gesti, rendendoli liberi dai propri condizionamenti e indipendenti dall’ambiente esterno ha anche una forte valenza pedagogica.

E questo vale per tutti.

Tutti possono esplorare la propria gestualità, avviare un processo di crescita, una propedeutica impiegando una maschera neutra o, per dirla alla Jacques Lecoq, avviare l’esplorare del proprio corpo poetico.

  • Dinamizzazione con la partecipazione attiva dei presenti

Come parte finale del seminario si vuole dinamizzare l’evento avviando una sessione di formazione in chiave di gioco, musica e danza.

MODALITA’: l’iniziativa avrà indicativamente una durata di due-tre ore e si avvarrà del supporto di opportuni strumenti multimediali.

CONDUZIONE: L’iniziativa sarà condotta da Ernesto Miramondi e Anna Roberto del Gruppo Culturale I Cünta Sú.