[Testo e foto Ernesto Miramondi]                

La fotografia come potente e immediato mezzo per descrivere

Fabulatrice fantastica a raccontare gli eventi, le situazioni di ogni genere, i mutamenti dei costumi e delle forme. Curiosa e spesso impertinente interprete delle architetture.

Occhio narrante e testimone del passato, partecipe descrittrice del presente e portatrice visionaria di un futuro in movimento.

 

Attraverso i suoi innumerevoli linguaggi ci dipinge la realtà, a volte così come appare, altre volte, invece, racchiuso in un particolare, un gesto, un contorno, ci regala un simbolismo ben più descrittivo dell’immagine in se stessa.

 

Nulla come la fotografia, ad eccezione forse della pittura, sa attivare quella parte inconscia del nostro essere che, da un’immagine apparentemente statica, ci regala tutto il dinamismo dell’immaginazione.  Ci racconta di fatti e vicende immergendo i nostri sguardi, coinvolgendo sensazioni e coscienze.

Ma le immagini possono anche trascendere, diventare altro. Sanno scomporsi e ristrutturarsi. Diventare laboratorio di forme di luci e di ombre. Ricerca di nuovi  simboli descrittivi per meglio raffigurare quanto spesso non può essere espresso appieno nelle forme convenzionali.