[Di Sara Sesti]

CRISTINA DI SVEZIA (1629-1689)

Dipinti olandesi, Cristina di Svezia pittore Van Egmont

[Dipinti olandesi, Cristina di Svezia pittore Van Egmont da Picryl licenca CC 1.0]

Cristina di Svezia è annoverata tra le più grandi personalità europee del Seicento. Divenne regina, all’età di sei anni, orfana dell’eroe leggendario Gustavo Adolfo il Grande.

Fin da piccola fu educata in stile virile, con lo scopo di esserne la degna erede. Quando diciottenne assunse personalmente il potere, nel 1644, era un prodigio di cultura e di acume politico.

Cristina era nata per stupire, a cominciare dai primi istanti di vita quando venne presa per maschio perché affetta da ipertrofia clitoridea. “Questa bambina varrà quanto un uomo” fu il benevolo commento del padre, che partì subito per la Guerra dei Trent’anni dove perse la vita.

Le fonti ricordano Cristina come una giovane assetata di sapere: parlava sette lingue, conversava in latino e corrispondeva con studiosi di tutta Europa. Partecipava vivamente anche alle discussioni filosofiche che si tenevano a corte e collezionava con passione manoscritti matematici e scientifici, cercando di invitarne gli autori a palazzo.

Cartesio, Fermat e Mersenne

[Cartesio, Fermat e Mersenne da flickr foto di Aldo Cavini Benedetti licenza CC 2.0]

A vent’anni, nell’ottobre del 1649 “la Minerva del Nord”, così era soprannominata, chiamò a Stoccolma il filosofo francese René Descartes come interlocutore e come insegnante di filosofia e matematica. Ma Cartesio, obbligato a conferire con lei ogni mattina alle cinque in punto, non resse il rigido inverno scandinavo e morì nel febbraio del 1650 per una polmonite.

Per dieci anni, la regina Cristina seppe affrontare gli affari di stato con competenza, rafforzando la potenza svedese. Deludeva però tutti coloro che a corte premevano perché si sposasse, insistendo sulle necessità dinastiche: pur di non piegarsi all’odiato sacramento, rinunciò nel 1654 alla corona in favore del cugino Carlo Gustavo e si fece cattolica. Da convertita, conquistò, un posto di primo piano nella Roma barocca, dove si stabilì dal dicembre 1655, accolta cordialmente da Papa Alessandro VII.

Caso unico nella storia, di regina senza Stato, percorse l’Europa con la sua corte eterogenea in cerca di potere e solidità economica, sempre pronta ad abbracciare le grandi cause del suo secolo, dalla tolleranza religiosa alla resistenza contro l’avanzata islamica, osando contrapporsi perfino al più assoluto dei sovrani, Luigi XIV re di Francia.

Tentò anche di diventare regina di Napoli e di Polonia, ma fallì miseramente. Si stabilì allora definitivamente a Roma dove divenne la protettrice di artisti e scienziati e fondò un’importante salotto letterario da cui nacque l’Accademia dell’Arcadia.

Cristina morì nell’aprile del 1689 ed è sepolta in San Pietro. Fu insieme religiosa e libertina: attratta eroticamente da gentildonne e da avventurieri, ebbe un solo grande amore, il cardinale Azzolino, incontrato a Roma.

Generosa e dissipatrice: visse piena di debiti, ma lasciò in eredità inestimabili collezioni d’arte.

    [Greta Garbo by Clarence Sinclair Bull da flickr foto di Ana Carolina Braga licenza CC 2.0]

Indimenticabile l’interpretazione che di lei diede la divina Greta Garbo nel film “La regina Cristina”, girato nel 1933 da Rouben Mamoulian.