[Testo in collaborazione con Dario Micheloni]

[Immagini tratte dagli archivi dell’APS “la Credenza”, che ringraziamo]

GRUPPI D’ACQUISTO SOLIDALE 

Come riportato da Dario Micheloni, che è stato presidente dell’APS La Credenza dal 2010 al 2014, nell’opuscolo celebrativo per i 20 anni della Credenza, il nome è stato scelto dai soci fondatori ricordando che:

“Durante il periodo storico che noi chiamiamo Medio Evo, i contadini che coltivavano le terre dei nobili ricchi erano molto poveri. Erano considerati bestie e come esse erano di proprietà del padrone della terra. Vivevano molto miseramente, al limite della pura sopravvivenza.

Un gruppo di fraticelli minori andava per le campagne a portare un minimo di insegnamento donando a questa parte di popolazione una certa consapevolezza di dignità umana. Sorsero delle comunità, si trattennero il prodotto da loro coltivato, questo bene comune veniva distribuito per i bisogni di un decoroso sostentamento. Ogni famiglia aveva un mobile in cui venivano posti questi prodotti; il nome di questo mobile era CREDENZA, la credenza della comunità e della giusta ripartizione dei beni primari. E’ scontato che tutto questo non durò moltissimo, Papa Bonifacio XIII represse nel sangue tutto questo movimento ed in particolar modo i fraticelli minori.

Anche se non si conosceva più la provenienza del nome, fino alla generazione scorsa, cioè dei nostri padri, in tutte le case vi era ancora il mobile la credenza, in cui si ponevano gli utensili da cucina e gli alimenti. Ora in cucina vi sono mobili compatti all’americana ed è scomparsa la credenza!

 Usando il termine LA CREDENZA si riutilizza un significato etico intriso della miglior nostra storia dimenticata: credenza in Madre Terra, credenza nel rispetto reciproco.”

La Credenza, nata 1997 e costituitasi come Associazione di Promozione Sociale (APS) nel 2000 aveva già allora come ora i seguenti atti costitutivi:

”L’Associazione ha carattere volontario e non ha fini di lucro ed ha per scopo l’operare nel campo sociale e cooperativistico al fine di promuovere:

  • Il consumo e la diffusione di prodotti biologici, naturali, eco-compatibili.
  • Il sostegno dei piccoli produttori biologici, favorendo quelli locali, stabilendo con essi rapporti diretti che garantiscano un’equa remunerazione.
  • Solidarietà tra i soci e verso i produttori.
  • Promuovere e sostenere iniziative a favore dell’ambiente.

e si pone come valori di riferimento:

  • Il valore del cibo
  • Il valore della solidarietà. Essere o avere.
  • Il valore dell’ascolto. La formazione-informazione.
  • Il valore gusto. La qualità dell’ambiente.
  • Il valore della terra.
  • Il valore di una nuova economia
  • Il valore di uno sguardo al sud del mondo.

 Questi valori sono ancora alla base dell’attività della Credenza e le iniziative sono state molte, tutte volte a favorire  una presa di coscienza degli iscritti sulle alternative possibili al consumismo imperante e sulla tutela dell’ambiente. A tale scopo sono stati organizzati corsi di cucina, corsi di panificazione, corsi per la auto-produzione di cosmetici e detersivi, corsi sull’orticultura, serate sul riciclo dei rifiuti, incontri con nutrizionisti e esperti legati ai problemi ambientali e molto altro.

E’ stata promossa una iniziativa a sostegno dei medici con l’Africa CUAMM  con la collaborazione della cantina Maso Martis.

Raccontare venti anni di storia di un GAS, un’associazione sarebbe troppo complicato ma è interessante che i suoi valori nel corso del tempo non si sono dissolti sono rimasti intatti:

IL VALORE DEL CIBO

L’Ass.ne la Credenza si ripropone di guardare criticamente le logiche del consumismo che portano eccesso, spreco, dis_educazione, omologazione; intende abbracciare i valori di “acquisto” non del consumo usa e getta: acquisto di prodotti, sobri, critici e consapevoli.

La  scelta, critica e ponderata, del cibo, determinerà quindi, le scelte agricole. “Mangiare diventa anche atto agricolo”.

IL VALORE DELLA SOLIDARIETA’. ESSERE O AVERE

In questa società sofferente, in cui l’avere diventa una sorta di panacea e obbiettivo primario dell’individuo, noi mettiamo al contrario per primo l’essere e il rapporto di solidarietà  reciproca. Poniamo come uno dei valori importanti della nostra associazione quello della solidarietà fra di noi soci e nei  confronti dei produttori.

Solidarietà tra i soci. Ogni socio porterà con umiltà l’autenticità del proprio contributo, che messo in gioco con quello degli altri, si animerà assumendo forme nuove. Tutto questo nella consapevolezza, che singolarmente siamo solo la sfumatura di un dipinto molto più grande. L’obbiettivo primario dell’associazione è  quello di crescere nella qualità dei rapporti. Ecco perché chiediamo queste disponibilità:

  • disponibilità a titolo gratuito tra i soci;
  • disponibilità a creare un clima di FIDUCIA, nella trasparenza e reciprocità del servizio, favorendo relazioni sane di collaborazione, di mutuo aiuto ed ascolto;
  • disponibilità a creare un clima di RISPETTO, a concepire la diversità di idee, di competenze, di status, di vita… come una ricchezza;
  • disponibilità a creare una rete di solidarietà fra le diverse zone, dove l’identità di ogni zona resterà UNICA nel suo contributo;
  • disponibilità a credere nell’importanza dei valori umani, del ritrovarsi insieme, del conoscersi…
  • disponibilità a partecipare all’attività associativa (incontri, assemblee, incarichi, ecc..).

Solidarieta’ con i piccoli produttori (biologici e biodinamici)

  • Sostenere i piccoli produttori “marginalizzati” dalla grande distribuzione (produttori che fanno difficoltà a vendere i loro prodotti), favorendo lo sviluppo di un’economia locale slegata da piccoli e grandi processi speculativi (circuiti delle multinazionali e della grande distribuzione).
  • Solidarietà con i piccoli produttori significa anche conoscere le diverse fasi produttive e le difficoltà quotidiane del contadino. La RELAZIONE diretta con il produttore potrà portare alla possibilità di influenzare la produzione (imballaggi, trasformati..) e sarà garanzia di qualità del prodotto. Insieme al produttore si potranno stabilire prezzi equamente remunerativi. Inoltre, conoscere la storia di un prodotto ci aiuterà a cambiare il nostro rapporto verso di esso: “il cibo esce dall’anonimato”.
  • Sostenere i produttori che riscoprono e producono antiche varietà orticole e razze animali locali, significa anche aiutare l’ambiente. Oggi più che mai si parla di vertiginosa e preoccupante perdita di biodiversità. Anche in agricoltura si sono perse importanti varietà orticole e razze autoctone e con esse si sono perse tradizione e saperi nonché sapori. Tutto questo però possono diventare enormi patrimoni per il futuro dei nostri figli, aiutando gli agricoltori che vanno in questa direzione.

IL VALORE DELL’ASCOLTO. LA FORMAZIONE-INFORMAZIONE

La formazione/informazione è per noi una chiave, perché ci permetterà di prendere coscienza. Coscienza dello sfruttamento industrializzato dell’agricoltura, coscienza che il terzo mondo viene affamato, sfruttato, inquinato, per arricchire qualche intermediario, coscienza degli errori nelle nostre abitudini alimentari, coscienza dell’impatto dell’uomo sull’ambiente… Solo attraverso questa chiave potremo avere una mentalità critica e sempre più consapevole. Crediamo in una formazione costante nel tempo valorizzando anche le competenze interne all’associazione.

Formazione/informazione:

  • per una cultura diversa dello stare insieme recuperando il valore della relazione;
  • per valutare i propri consumi e quindi le proprie spese, favorendo la scelta verso ciò che serve di più;
  • per riflettere su un’alimentazione salutare;
  • per conoscere la vita e le fatiche dei contadini;
  • per re-imparare i ritmi delle stagioni e dei sapori semplici e non artefatti;
  • per capire cosa significa acquistare e l’impatto che ha l’acquisto sull’ambiente;
  • per programmare l’alimentazione a partire dalle disponibilità del momento (per contrastare l’abitudine del consumo al supermercato dove tutto è pronto e disponibile in ogni momento);
  • per conoscere le qualità organolettiche del prodotto;
  • per conoscere i meccanismi della produzione e della grande distribuzione (multinazionali);
  • per rendere vive le culture: insieme alle colture anche le culture rischiano di essere omologate sotto la spinta di uniformità del mercato globale comportando una perdita enorme del patrimonio culturale dell’umanità, perciò è importante rendere vive le tradizioni insieme ai sapori;
  • per fornire alle nuove generazioni una speranza per il futuro;
  • per comprendere che “stare bene e mangiare sano è un diritto e non un privilegio di pochi”;
  • per imparare a FARE.

IL VALORE DEL GUSTO. L’ALIMENTAZIONE 

Il piacere dei sapori buoni, veri, genuini, del mangiare bene è alla base di apprendimenti importanti, arcaici, individuali e collettivi. La qualità di un prodotto è per questo fondamentale. Mangiare è, inoltre, uno degli unici momenti di forte condivisione e relazione.

IL VALORE DELLA TERRA

“La terra non è un’eredità dei nostri padri, ma un prestito dai nostri figli”.

La nostra società sta inquinando il pianeta, utilizza più risorse naturali di quello che la terra può dare in modo rinnovabile ed emette più inquinanti di quanto possa assorbire. Questo mina la nostra esistenza e quella dei nostri figli. Nonostante tutto il “benessere” dei paesi più ricchi, le persone non sono più felici.  Noi possiamo – dobbiamo, quindi, essere attori attivi/partecipi di un

cambio di rotta impegnandoci a:

  • consumare meno risorse;
  • operare una scelta di prodotti realizzati con il minor dispendio energetico;
  • emettere e far emettere meno inquinanti, attraverso la razionalizzazione dei trasporti, sia per le consegne del produttore che le consegne fra i soci;
  • scegliere prodotti ecologici, biologici/biodinamici, nel rispetto/tutela della biodiversità e vocazionalità della terra, privilegiando prodotti locali.
  • valutare attentamente gli imballaggi, valorizzando il riuso, anziché la produzione di nuovi rifiuti.

IL VALORE DI UNA NUOVA ECONOMIA 

Gli eventi economici che hanno travolto negli ultimi tempi il mondo intero, ci fanno riflettere su come sia fragile una società impostata su questo tipo di economia, globalizzata e consumistica.  Il consumismo ha bisogno di persone insoddisfatte. Quando dandosi da fare e lavorando non si possono migliorare le condizioni di vita proprie e dei propri figli e quando le nuove generazioni stanno peggio delle precedenti, significa che vengono incrinate alla base la speranza nel futuro e la fiducia riposta dai giovani in questa società. Noi dobbiamo provare ad immaginare forme di economia diverse che siano in grado di garantire i bisogni primari di tutti gli uomini di oggi e di domani, di favorire le relazioni e di salvaguardare la natura, nel rispetto reciproco uomo – natura – ambiente.

A tal fine sarà importante stabilire Reti di economia locale con: commercio equo e solidale, turismo responsabile, finanza etica, ecologia, consumo critico, bilanci di giustizia, cantieri che cerchino di sostituirsi all’economia globalizzata, progetti per aiutare l’uomo e non per aumentare la velocità della mega macchina.

IL VALORE DI UNO SGUARDO AL SUD DEL MONDO

Ricordiamoci sempre di guardare ai paesi più poveri, al sud del mondo. Il consumo di risorse ed i livelli di vita sono distribuiti in maniera enormemente squilibrata sulla terra. Essere solidali con chi vive in condizioni veramente difficili, significa anche cambiare il nostro stile di vita, favorendo modelli di vita più sobri, con minori e migliori consumi. Abbiamo una responsabilità globale  a cui non possiamo esimerci!